mercoledì 13 maggio 2015

Il "milazzismo", un po' di politica..

Sicilia, 1955-60.

Nella seconda metà degli anni 50, l'Italia viveva una fase di instabilità politica che, tuttavia, tracciò la strada verso il miracolo economico: è proprio durante queste trasformazioni che la "questione siciliana" conquistò via via il centro della scena. 
Grazie alla scoperta del petrolio infatti l'isola divenne un laboratorio per le politiche industriali e un terreno avanzato di scontro sulle vie dello sviluppo meridionale. 



La regione siciliana fu contesa tra il miraggio della crescita industriale e una realtà in cui ancora era vittima della povertà e dell'arretratezza. Le forti tensioni, emerse nel rapporto tra i centri settentrionali e la periferia in questione, sfociarono in un originale caso politico, definito "milazzismo". 
I governi guidati da Silvio Milazzo, un agrario calatino allievo di Don Sturzo, mirarono ad una convergenza anomala tra destra e sinistra che spaccò la DC, relegandola all'opposizione; Milazzo affermava di voler difendere gli interessi dell'isola dalle ingerenze delle segreterie centrali dei partiti e dei monopoli economici settentrionali.




Il milazzismo rappresentò - seppure con le sue contraddizioni e i suoi limiti - il tentativo di tracciare una via di sviluppo regionale, legata alle risorse dell'autonomia speciale, ma lasciò, tuttavia, irrisolti alcuni nodi della storica questione meridionale.

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